Trading a capitali ridotti: introduzione
5 novembre 2010 Lascia un commento
Se confrontiamo le possibilità di trading odierne con quelle di dieci anni fa, si nota immediatamente quanto oggi ci siano maggiori opportunità anche per chi dispone di capitali esigui. Si può dire senza alcun dubbio che l’industria del trading on line e della finanza in generale abbiano fatto un gran lavoro per reclutare polli sempre freschi da spennare!
Volendo fare una breve cronistoria, potremmo dire che in principio c’erano i lotti fissi che obbligavano all’acquisto di quantità minime di azioni. Con la bolla tecnologica del 2000, quando tutti volevano buttare i propri soldi in Borsa sperando di moltiplicarli, sono stati tolti i lotti minimi e hanno preso piede i covered warrant. Per rendere ancora più forte l’illusione che chiunque potesse arricchirsi (col fine invece di racimolare quanto più capitale possibile) è stata regalata anche al pensionato BOT dipendente la possibilità di operare con la leva finanziaria. Non si compravano più azioni: s’impegnavano dei margini, camuffando volutamente il sottostante. Questo processo è diventato col tempo sempre più vivo e fantasioso, al punto che è andata definendosi la famigerata “finanza creativa”, che consente a chiunque di dare i propri risparmi a società che investono in prodotti a volte non direttamente identificabili e i cui rendimenti sono dipendente da una pluralità di condizioni. Il risparmiatore non sa in cosa investe e non potrà mai capire le logiche del profitto o della perdita, mentre l’intermediario guadagna sempre perché incassa i costi di gestione indipendentemente dai risultati che consegue.
Nell’analizzare seppure sommariamente questo processo evolutivo della finanza, si può notare come la vittima più sofferente sia l’investitore, soprattutto quello medio – piccolo, che si avvale dei consigli della propria banca. Il grande investitore, proprio per l’ammontare dei capitali in gioco, può permettersi di pagare dei consulenti specializzati che, alcune volte, possono anche portare dei vantaggi alla gestione patrimoniale. Anche un piccolo investitore può avvalersi di un consulente esterno indipendente, ma spesso il costo supera il beneficio, senza contare che la motivazione del consulente è bassa per via delle ridotte poste in gioco. Se queste sono le vittime principali, i carnefici sono coloro che gestiscono i risparmi: le banche in primis, passando per ogni istituzione finanziaria che vive sfruttando il denaro altrui.
In questo scenario, un ruolo molto particolare è rivestito dai traders on line. In linea di massima sono vittime, ma è bene precisare che sono vittime di sé stessi. Questi soggetti hanno il merito di avere capito che la soluzione alla grande truffa della finanza contemporanea è quella di fare da sé. La molla che spinge i più è la seguente: “Perché far gestire il frutto del mio lavoro (il denaro) a soggetti che mi propongono rendimenti nulli o in alternativa procurano perdite costanti?”. Altri soggetti sono invece spinti dal desiderio dei facili guadagni, o più semplicemente dall’Avidità, la madre della speculazione di borsa e il motore dei mercati finanziari assieme alla sorella Paura. Il fai da te è sicuramente un’ottima soluzione, ma poiché l’industria del denaro non vuole rinunciare ai capitali di questi dissidenti, ha inventato nuovi prodotti anche per questi ultimi. Ecco quindi nuove trappole in un percorso che non ha mai fine.
A questo punto ci domandiamo: è possibile dire “Stop” a questo percorso? Fortunatamente è possibile, e la soluzione è più semplice di quanto possa sembrare. La soluzione è quel fattore che consente ai dissidenti di smettere di essere vittime di sé stesse e di prendere in mano il proprio destino. Nel prossimo articolo scopriremo qualcosa in più.