Crollo di Borsa 06 maggio 2010: panico, errore o manipolazione?

Si legge oggi sul sito di Repubblica:

“NEW YORK – Sono stati pochi minuti di puro panico, Wall Street è precipitata fino a sfiorare un meno 9% in una sola seduta. Una caduta senza rete, alla velocità della luce, fino a un’ora prima del termine delle contrattazioni. “E’ la Grecia, è la Grecia”, annunciavano impazziti i desk del trading di Borsa delle grandi banche e hedge fund. Si stava materializzando in quello squarcio di pomeriggio a Wall Street proprio quello che la Casa Bianca paventava da molte settimane: il contagio globale della sfiducia, lo spettro delle bancarotte sovrane a ripetizione. E’ la minaccia contro cui si era mobilitato Barack Obama in persona, a far pressione su Angela Merkel fino ai limiti dell’ingerenza, a lanciare il Fondo monetario internazionale in un eccezionale ruolo di supplenza dell’Unione europea. Un “aiutino”, cruciale nella dinamica concitata e assurda del pomeriggio da Apocalisse, lo ha dato un incredibile errore umano. Le autorità del Nasdaq indagano su possibili errori negli scambi, tra le 14.50 e le 15.00 locali. Un’altra versione accusa un trader della Citigroup: avrebbe scritto “miliardi” anziché milioni su un ordine di vendite, mandando in tilt il sistema. Di colpo ieri nel pomeriggio di New York il “computer trading” è scattato in una concatenazione micidiale, trasformando tante notizie disparate in una singola miscela ad elevato potenziale esplosivo. La rivolta di piazza ad Atene, le eterne riluttanze tedesche, i nuovi sussulti delle agenzie di rating sui debiti sovrani dei Pigs, più qualche delusione americana sul fronte dell’occupazione: tutto questo è stato introiettato e digerito da quei software informatici che governano le logiche d’investimento di Wall Street, programmi automatici che macinano migliaia di dati e ne estraggono in frazioni di secondo le indicazioni sulla direzione delle puntate speculative. E’ partito l’inferno”

E così su un report di ADVFN:

“E’ stato un vero e proprio tracollo quello accusato da Wall Street a poco più di un’ora dalla chiusura. Il Dow Jones è sceso fino a 9.870 punti, perdendo 1.000 punti dai massimi intraday (un calo di oltre 9 punti percentuali), recuperando tuttavia rapidamente buona parte di quelle perdite. Secondo alcune indiscrezioni, il crollo sarebbe stato determinato da un errore di digitazione (b – billion, miliardo, al posto di m – million, milione) da parte di un trader di Citigroup.”

Ma ci credete?

Ebbene, se fosse realmente come ci raccontano, non sarebbe successo quello che si è visto. Come può l’errore di battitura essere stato immesso contemporaneamente su ogni mercato mondiale, in ogni azione ed in ogni futures? Certo c’è l’effeto domino, ma non giustifica neppure in minima parte quel che è successo. Cose simili possono accadere (e accadono), ma interessano solo lo strumento finanziario in cui l’errore di immissione ordine è stato fatto.
Più verosimilmente è stata un’azione congiunta, organizzata e coordinata alla perfezione, per spazzare il mercato e comprare veramente in basso ciò che hanno fatto crollare.